Maggio 14, 2021

Criptovalute: quanti rischi!

Le criptovalute sono la rappresentazione digitale di valore basata sulla crittografia. Utilizzano tecnologie peer to peer su reti informatiche i cui nodi sono costituiti da computer degli utenti, situati potenzialmente in tutto il mondo.

Il funzionamento delle criptovalute è particolarmente tecnico: a grandissime linee basano la loro esistenza sulla blockchain (letteralmente catena di blocchi). Questa tecnologia consente di avere un elenco di record (stringhe di codice) non salvato solo su un determinato pc o server ma diffuso su tutti gli utilizzatori. Su questi computer vengono eseguiti appositi programmi che svolgono funzioni di “generazione di moneta” (mining). Nella blockchain i blocchi precedentemente creati sono immutabili, mentre le nuove transazioni aggiungono nuovi blocchi ai precedenti. Proprio su questo sistema si basa la natura della criptovaluta: una volta creata la stringa di codice alla quale la catena attribuisce la qualità di criptovaluta questa non potrà essere distrutta o modificata, la si potrà trasferire aggiungendo un nuovo blocco.


Non c’è attualmente alcuna autorità centrale che controlla le criptovalute. Le transazioni e il rilascio avvengono collettivamente in rete, pertanto non c’è una gestione di tipo “centralizzato”. Queste proprietà uniche nel loro genere, non possono essere esplicate dai sistemi di pagamento tradizionali.
Per tale motivo la quantità di criptovaluta in circolazione è controllata e le quotazione delle stesse sono rappresentate da transazioni di scambio basate su domanda e offerta. Il valore di ciascuna criptovaluta è generato dal “mercato”.


Le monete virtuali (ce ne sono circa 1000 tipologie diverse) presentano alcune criticità che vanno tenute bene in mente:
sono del tutto dematerializzate (non si presentano come monete o banconote) e non sono “agganciate” ad alcun bene di riferimento;
non hanno corso legale in nessuno Stato (salvo pochissime eccezioni di Paesi che le stanno sperimentando). Ciò significa che non sono accettate per effettuare dei pagamenti, se non su base volontaria;
non sono controllate né garantite da nessuna autorità governativa, ma direttamente dall’ente emittente che impone le proprie regole.


Recentemente le Autorità Italiane che regolano i mercati finanziari (Consob e Banca d’Italia) hanno richiamato l’attenzione della collettività (in particolare quella dei piccoli risparmiatori) per mettere in guardia sugli elevati rischi connessi con l’operatività in cripto-attività (crypto-asset) che possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate. Il testo integrale della comunicazione si trova qui.


In sostanza l’investimento delle somme in criptovalute è ad altissimo rischio; ci chiediamo quindi che senso può avere, se non quello esclusivamente speculativo, investire in attività che non generano valore per la collettività. Il risparmio che è tutelato dalla carta Costituzionale (art.47) se indirizzato verso le attività produttive funge da volano per la crescita delle comunità, se indirizzato verso attività speculative fa la fortuna (o la disgrazia) solo del singolo.


Per questo come Banca di Comunità ci sentiamo di mettere in guardia i nostri Soci e Clienti sul porre in essere investimenti che sono altamente rischiosi e vanno a beneficio solo di chi li ha generati e di pochi speculatori fortunati. Le risorse rappresentate dal risparmio delle nostre famiglie vanno indirizzate a sostenere le attività dell’economia reale, all’interno delle nostre Comunità.


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