Parlare oggi di temi quali l’economia circolare e la sostenibilità produce un effetto molto diverso rispetto a dieci anni fa. L’opinione pubblica, complici sicuramente anche i social network, ha manifestato grande interesse per l’invito lanciato dalla giovanissima Greta Thunberg.
Un invito alla responsabilità sociale che non può restare inascoltato, perché forse, come l’attivista svedese sottolinea, non c’è più tempo.
La definizione di economia circolare attiene all’ambiente, poiché si definisce come un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo, garantendo la sua ecosostenibilità. Per un’azienda che decide di adottare questo modello, il tutto si traduce nella capacità di non immettere nuove materie prime nel sistema, impiegando le stesse in un ciclo che riduce l’impatto ambientale. E quindi l’economia bancaria eredita questo termine per descrivere un sistema economico i cui attori agiscono e operano nello stesso territorio, in modo da creare un modello virtuoso di circolarità (di materie prime, di risorse economiche). Se partiamo dall’assunto che una Banca di Credito Cooperativo opera solo nel territorio di competenza e per statuto impiega il denaro raccolto per finanziare attività della propria area di competenza, allora potremmo arrivare facilmente alla conclusione le BCC sono le interpreti italiane di questo modello. L’economia circolare apparirebbe quindi come una grande opportunità per le piccole comunità che sono una caratteristica italiana: il nostro del resto è un “un paese di paesi”.
La grande crisi prima ed anche fenomeni quali i terremoti degli ultimi anni hanno messo in luce proprio questo pericolo, di spopolamento e di abbandono delle mini comunità del nostro paese.
Questo modello smette di essere utopico nel momento in cui ognuno di noi è animato dalla consapevolezza che tutti noi siamo parte di un sistema economico che può crescere se si premiano attori che sanno ridistribuire la ricchezza nei luoghi in cui operano.
Occorre quindi ridefinire modelli economici globali partendo da modelli locali, che rappresentano una sorta di “minoranze profetiche” capaci di indicare alla società la nuova direzione.
Il concetto di Economia circolare introduce quello del “Bene comune”: attraverso le parole di Zamagni abbiamo provato a darne una definizione.